Le recenti vicende legate alla “pandemia” hanno messo in luce tutte le vulnerabilità di un sistema sanitario del tutto inadeguato, non più rispondente ai reali bisogni di salute dei cittadini Italiani. Ogni qual volta la politica ha tentato di mettere mano al servizio sanitario nazionale le cose sono ulteriormente peggiorate. La relazione “fotocopia” del Cnel (1984-2019) offre un ritratto impietoso dell’immobilismo riformista della sanità italiana.
“In sanità, il federalismo ha completamento fallito il suo compito”
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Negli ultimi venti anni siamo passati dalla tanto sbandierata “umanizzazione” e centralità del malato ad un sistema di imprese sanitarie regionali la cui missione aziendale è il fatturato, dove il profitto diventa l'”anima” dei sistemi di cura. A seguito della aziendalizzazione degli ospedali e delle Asl, regionalizzazione dei servizi e privatizzazione del S.S.N. si è costituito un sistema avulso da controlli e che esclude proprio i cittadini e ammalati, un sistema come abbiamo visto più volte, ad esclusivo uso e consumo della politica.
“Il diritto alla salute è l’unico che la Costituzione definisce come fondamentale” quindi bisogna iniziare a ragionare sulla base dei diritti dei cittadini, non di chi amministra o ci governa.