Molti non sanno che sotto la spinta alla privatizzazione della sanità, con un colossale raggiro hanno interdetto la cura di una patologia che nelle forme più lievi (malocclusione) riguarda oltre metà della popolazione Italiana (dati forniti dalla ricerca e confermati dallo stesso Ministero) la cui prevenzione necessità di una semplice visita e che può essere curata efficacemente senza l’uso di farmaci. Ma le Asl non fanno diagnosi e il SSN rifiuta di inserirla tra le cure primarie. Una patologia che può essere considerata la “madre” di moltissime altre patologie e non curata, da luogo a nuovi disturbi mano a mano che la disfunzione persiste (fibromialgia, emicrania, acufeni solo per citarne alcuni) e non essendo opportunamente trattata comporta il rischio di scelte terapeutiche inopportune, e in assenza di specialisti e di diagnosi, cure non a regola d’arte o errate, malattie iatrogene e sprechi che minacciano la salute e la sostenibilità stessa del SSN. Molti di questi pazienti vanno di specialista in specialista passano da un sistema riabilitativo all’altro, eseguono esami diagnostici inutili, assumono farmaci non necessari, senza alcun risultato se non quello di aggravare le loro condizioni di salute ed anche economiche. La sanità pubblica rifiuta di garantire le dovute sinergie multidisciplinari necessarie alla cura e quindi ci sono pazienti che hanno dilapidato una vera e propria fortuna nel tentativo di venirne fuori.
Ecco cosa afferma una di loro: queste persone sanno di essere sane, ma hanno mille disturbi ai quali il medico e i parenti preferiscono non credere. Sono persone che in ogni minuto della giornata rimpiangono di essere nate, che vogliono essere curate dal dentista e non dal reumatologo ne dal neurologo, che perdono la speranza dopo aver creduto nelle capacità di ogni dentista incontrato. Forse al ministero pensano che mal comune mezzo gaudio visto il silenzio colpevole e la grande non curanza sin qui dimostrati, e devo dire che ce la stanno facendo, letteralmente, sotto al naso senza che nessuno batta ciglio o dica nulla.

Anche se la mancata cura da luogo:

1) a gravi complicanze e nuovi disturbi gravi e invalidanti, non facilmente ascrivibili alla reale causa.
2) dipendenza da farmaci con possibili rischi per la salute.
3) malattie croniche ascrivibili ad una dccm non curata, (emicrania e cefalea e acufeni e molte altre), all’insorgenza di ulteriori malattie come nel caso della (fibromialgia) considerata una ‘nuova’ malattia che sembra fatta apposta allo scopo di vendere analgesici”. Parola di Garattini. Tutte patologie dove l’unica cura è basata sui farmaci.

In anni recenti sono state presentate numerose richieste di chiarimenti e interrogazioni parlamentari a cui il Ministero ha sempre rifiutato di rispondere. Le uniche risposte ricevute risalgono oramai al 2005 e al 2009, che trovate pubblicata su questo sito, dal quale risulta evidente la scarsa trasparenza, lo stato di estremo caos e illegalità, con cui viene gestita la sanità pubblica.

E quando parlo di illegalità mi riferisco a dati di fatto:

1) Avendo escluso l’Odontoiatria dalle cure primarie, molte regioni si ritengono esenti dall’obbligo di diagnosi della patologia.
2) Hanno tagliato i fondi alla ricerca e i pochi centri di riferimento, per la cura della patologia, esistenti in Italia hanno chiuso i battenti.
3) L’INAIL riconosce la (malocclusione globale) e i disturbi atm come patologie invalidanti ma allo stesso tempo le Asl non fanno diagnosi e tanto meno fanno qualcosa per la prevenzione e cura.
4) Consentono agli specialisti privati di effettuare cure di non provata efficacia, e in assenza di protocolli medici, ora il Ministero è portato ad ammettere che in taluni casi la patologia è causata e diretta conseguenza di cure Odontoiatriche eseguite non a regola d’arte.
5) Con l’autonomia sancita dalla modifica del titolo V molte regioni del nord come nel caso di (Lombardia, Veneto, Emilia) hanno introdotto l’obbligo della residenza per avere accesso alle cure. Tutto in palese violazione della Costituzione Italiana, e in violazione dei principi fondamentali del SSN universalità, eguaglianza e equità.

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