Da tempo la politica sanitaria della regione Umbria risulta del tutto autoreferenziale, basata più su delle promesse, degli annunci dal tono propagandistico, che su interventi e fatti concreti.
Nel 2007 per la regione erano sette le manovre per la salute. Sicuramente di quelle sette ne sarebbe bastata una sola: rendere disponibili quei 32 milioni di euro, destinati alle cure e di cui ora si è persa ogni traccia.

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Secondo P. Di Loreto ed il suo progetto “Enrich”, qualità, equità, appropriatezza e umanizzazione erano cosa fatta, mentre per i livelli di assistenza e la non autosufficenza, la gestione dei fondi 32 milioni di euro era stata affidata all’ Agenzia Umbria Sanità, la stessa agenzia che come è emerso dall’inchiesta sanitopoli nel 2008-2009 teneva i bilanci senza controlli. Nel caso dei Livelli Essenziali Assistenza, già in vigore dal 2002, molte regioni già stavano deliberando per includere nuove prestazioni nei LEA, mentre in Umbria, dopo cinque anni, si era ancora a qualche timida promessa di applicazione. Nel caso dell’Odontoiatria pubblica l’immobilismo della regione Umbria ha consentito non solo sprechi e favori al privato, ma soprattutto ha impedito ai pazienti di curarsi. Dopo sette anni ancora aspettiamo che la regione Umbria intervenga per garantire la cura della DCCM.
Come emerge dalle intercettazioni (vedi news) sembra che gli amministratori erano più dediti ai 7 vizi capitali che alle 7 virtù cardinali:CORAGGIO, TEMPERANZA, SAGGEZZA, GIUSTIZIA, FEDE, SPERANZA, CARITA’. Più inclini alle “prescrizioni” bibliche, e alla “regola” del sabato, l’ultimo dei sette giorni dedicato al riposo. Da oltre un anno sono state annunciate delle riforme, si sono susseguite altre dichiarazioni, enunciazioni di buoni propositi, ma di fatti concreti ancora non ne vediamo, non vorremmo che questo atteggiamento si sia trasformato nel tempo in una cattiva abitudine o peggio in un vizio. Giunti a questo punto si dovrebbe evitare di dare seguito ad altre promesse o altri rinvii, attendiamo dei fatti, di vedere concretamente le “virtù” della regione e della presidente C. Marini.

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