La regione Umbria in questi ultimi anni ha puntato molto sull’immagine, investendo ingenti risorse pubbliche per acquistare intere pagine sui massimi quotidiani nazionali , al fine di rassicurare tutti che i propri bilanci erano in regola, che i servizi sanitari erano un’eccellenza, che le sperimentazioni gestionali pubblico-privato erano degne di nota ma purtroppo la realtà era lì pronta a smentirli.
E’ proprio vero che chi si loda si sbroda! Di fatto questa regione ormai da qualche anno è amministrata a suon di inchieste giudiziarie, le più clamorose: le cosiddette “parentopoli”, “appaltopoli”, “sanitopoli” e oggi “blizzard”, che chiama in causa il vice presidente del consiglio regionale.
Oramai in questa regione di “rosso” c’è rimasto solo il colore della vergogna, in questi anni abbiamo assistito al prevalere di una logica di tipo clientelare, che ha portato ad una spartizione “globale” con il sollazzo e il beneficio, in taluni casi, anche delle opposizioni.
Del resto citando un vecchio detto popolare: quando arriva la minestra non c’è più sinistra o destra.

Questo ha portato a concepire progetti faraonici , in alcuni casi a compiere scelte scellerate, veri e propri sprechi che hanno impoverito non solo le risorse finanziarie, ma soprattutto il tessuto sociale di questa regione.
Chi ha buona memoria sa, che nel caso della sanità la regione Umbria con il piano sanitario regionale 2003-2005 aveva stabilto di sostenere le famiglie con l’assegno di cura, ma poi nel 2004 con una repentina marcia indietro aveva cancellato questo diritto, scegliendo di investire ingenti risorse pubbliche per costruire Hospice che prevedono il pagamento di rette mensili che la maggior parte dei cittadini non sono in grado di pagare, che oltre a tutto, nel caso dei malati gravi, prevedono un esborso di denaro pubblico da parte della regione che in taluni casi arrivano fino a 10.000 euro al mese, direte voi ma dov’è la convenienza? la risposta è sempre la stessa: così si “mette in moto l’economia”, più lavoro, cemento, consorzi e coperative, in realtà più Merchandising, un “mercato” dove il posto di lavoro diventa una merce di scambio. (questo è ciò che è emerso dall’inchiesta “sanitopoli”).
Molti in questi anni hanno chiuso un occhio facendo finta di non vedere, questo ha rappresentato una minaccia per la salute, nel caso dei pazienti affetti da DCCM nessuno sa ancora cosa avviene all’interno degli ospedali in Umbria per quanto riguarda l’odontoiatria pubblica, (un’altra situazione scandalosa! stiamo aggiornando le pagine di questo sito e presto avrete modo di conoscere tutti gli intrecci), in taluni casi si è dato luogo alla “protesta” con la restituzione della tessera sanitaria al Ministero, in altri si è giunti a gesti estremi di disperazione .

Nei mesi scorsi dopo l’ e-mail del Sen. Ignazio Marino abbiamo atteso un segnale di disponibilità, da parte della presidente Catiuscia Marini, dopo l’avvio di Sanitopoli la Marini andava parlando di “case di vetro”, di una nuova stagione che doveva portare ad una maggiore partecipazione e trasparenza. Affermazioni ancora una volta prontamente smentite dai fatti visto che sino ad ora rifiuta di incontrarci e non ha sentito nemmenno il dovere di fornire una risposta. Ad oggi infatti nessuno sa nulla del prina (piano regionale integrato per la non-autosufficenza), dopo 4 anni i malati e le loro famiglie ancora attendono di conoscere dove sono finiti i 115 milioni di euro di fondi ministeriali destinati alle cure e alla assistenza , stessa cosa dicasi per l’assegno di sollievo per i malati di sla.
Con Sanitopoli (vedi news) abbiamo appreso il clima di intimidazione, le teste di cane in giardino, la falsificazione di atti pubblici e bilanci, le assunzioni facili, lo spreco di medicinali, lo scambio di favori, tutti fatti che lasciano presagire la fine di quei soldi, insieme al fatto che il peggio deve ancora arrivare.

Ma l’idea più singolare e suggestiva è venuta al nuovo Assessore alla Sanità F. Tomassoni, il quale forse su consiglio dell’ ing. P. Di Loreto, vera eminenza grigia della sanità regionale e attuale consigliere della Marini, dichiara la “resa incondizionata” della politica. Una storia che a parti inverse si ripete!!
Nel caso dell’Umbria per gestire la sanità non si chiamano dei “tecnici” ma direttamente le forze dell’ordine, secondo l’assessore Tomassoni questa è un’esperienza unica, la prima in Italia, (un’altro primato di questa regione!) una “convenzione” con i NAS di Perugia, al punto come dichiara lo stesso Tomassoni che ora la qualità delle prestazioni la stabiliscono i Carabinieri, nessuno gli ha ancora detto che questo non è possibile è un’altra violazione in quanto è scritto nei piani sanitari che questo compito spetta semmai al Consiglio dei Sindaci, ai Comitati Consultivi di cittadini, o eventualmente al Ministero della Salute o alle Commissioni parlamentari d’inchiesta su l’efficacia ed efficenza del S.S.N. come quella di cui è presidente il Sen. Ignazio Marino, che oltre tutto hanno gli strumenti e il preciso dovere istituzionale di farlo, ponendo fine a questa commedia che ogni giorno di più assume i contorni di una farsa che finisce in tragedia.
Risulta a tutti evidente che questa maggioranza oramai è allo sbando, tenuta in vita solo grazie al silenzio dell’opposizione, la cui unica strategia è quella del tanto peggio tanto meglio, con il proposito non troppo nascosto di prima o poi raccoglierne i frutti. Ma si sa “la verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta”.

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