Questa storia, nasce nel lontano 2001, con l’approvazione del Decreto Legislativo n. 279/2001, che ha introdotto i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In quanto sino ad allora esistevano centri pubblici che si facevano carico di questi pazienti (diagnosi e cura).

Quel provvedimento, presentato all’epoca come una riforma di modernizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ha avuto però un effetto devastante su intere categorie di pazienti: l’estromissione dalle cure primarie dell’Odontoiatria e delle terapie di Riabilitazione Fisica. Due “pilastri” essenziali per la cura della patologia. La riforma del D.Lgs. 279/2001 tracciava i criteri di base per l’assistenza odontoiatrica, attribuendo alle singole Regioni la facoltà di ampliare l’offerta di prestazioni per i cittadini.
Essa prevedeva anche l’obbligo di segnalazione al Ministero della Salute il “rischio” di inappropriatezza nelle cure, come l’insorgenza e incidenza di nuove patologie, come la DCCM, per garantire monitoraggio e interventi tempestivi.

Da allora sono trascorsi più di vent’anni, ma per chi soffre di disfunzione cranio-cervico-mandibolare (DCCM), una patologia complessa e dolorosa, la situazione è rimasta immobile.

Da allora, nulla è cambiato.

Dal mese di giugno 2025 ho inviato alla Presidente della Regione Umbria e alla Direzione Sanità e Welfare due PEC e tre richieste formali di incontro urgente.
Nessuna risposta. Nessuna comunicazione, nemmeno interlocutoria.
Silenzio assoluto.

È lecito chiedersi che fine abbiano fatto le promesse di rinnovamento e trasparenza.
Perché se dopo vent’anni siamo ancora qui, a chiedere “cosa intende fare la Regione Umbria per questi pazienti?”, allora il problema non è solo sanitario: è politico, etico e culturale.

Quando un’amministrazione tace di fronte alla sofferenza dei propri cittadini, tradisce non solo il suo mandato, ma la stessa idea di servizio pubblico.
E la salute — lo ricorda la Costituzione — non è una concessione del potere, ma un diritto fondamentale di ogni persona.

EPPURE LE RICHIESTE ERANO SEMPLICI E COPRENSIBILI .

Spettabile Direttore

a seguito delle PEC e delle richieste di incontro già inviate a partire da giugno 2025 – ad oggi prive di una risposta scritta – ritengo necessario riproporre in forma sintetica le questioni principali.

Chiedo di conoscere:

Se la Regione Umbria disponga di centri pubblici o convenzionati dedicati al trattamento della disfunzione cranio-cervico-mandibolare (DCM) e se le relative prestazioni rientrino nei LEA o siano considerate extra-LEA.

Se siano previste convenzioni o rimborsi per i pazienti costretti a ricorrere a cure private, e se nel mio caso sia possibile accedere a forme di sostegno economico (assegno di cura o altre misure).

Se la DCM sia inserita nei Piani Sanitari Regionali o se siano in corso iniziative per il riconoscimento di questa patologia, anche alla luce degli studi dell’Università di Perugia.

Se esistano accordi interregionali con la Toscana, che consentano ai residenti umbri di accedere a cure odontoiatriche ad alta specializzazione, senza ostacoli burocratici.

Se, a causa del blocco delle liste d’attesa, sia possibile effettuare in regime privato e con rimborso gli esami prescritti (RM ATM e RM distretto vascolare intracranico).

Le problematiche esposte hanno carattere urgente e richiedono una risposta formale e concreta.
Resto pertanto in attesa di un cortese riscontro, necessario per affrontare la questione in modo costruttivo e trasparente.

Monitoraggio Lea, una “macchina” astratta che non considera i destinatari.
Quotidiano Sanità

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