Oggi esiste una sorta di antinomia tra chi promuove la scienza come paradigma delle certezze, e chi al contrario considera il dubbio e la controprova elementi fondamentali della ricerca scientifica. E come è noto il dubbio è parte integrante dell’esistenza umana in quanto vivere di certezze assolute non è soltanto illusorio ma è la beatificazione della stupidità e dei pregiudizi, visto che la stessa storia della scienza è un susseguirsi di esempi di come coltivando il dubbio si sia giunti a nuove scoperte che in questo caso porteranno a riscrivere gran parte dei testi di anatomia umana. Quindi il cambiamento di paradigma è parte integrante della scienza, in quanto accumulare certezze impedisce di comprendere gli errori, sempre possibili in ogni attività umana, e tanto meno di porvi in alcun modo rimedio. Ovviamente coltivare il dubbio vuol dire andare contro corrente e per fare ciò occorre avere coraggio di mettere costantemente in discussione le proprie convinzioni e la capacità di confrontarsi sulla base di dati. Tutte doti non comuni che richiedono umiltà e apertura mentale, ma le uniche doti che permettono di distinguere gli scienziati dai ciarlatani. Ma ci sono “scienziati” che considerano il dubbio una minaccia per la società, un’attentato al loro “sapere” assoluto, che non avendo più certezze nella chiesa e nei partiti, ora si aggrappano alla scienza come a un nuovo “dogma” in cui credere aldilà di ogni ragionevole dubbio. E che non potendo mantenere le loro promesse impossibili sono portati a scaricare su gli altri le loro mancanze e quindi usano l’arma della propaganda e la contumelia, e gli stessi toni dei ciarlatani, per definire la scienza non democratica e il popolo ignorante al solo scopo di promuovere il loro merchandising e impedire un necessario confronto. Che invece di interrogarsi sulle cause della crescente sfiducia nei confronti della scienza, al contrario, promuovono “crociate” e invocano scomuniche contro tutti coloro che esprimono dubbi in merito alle loro false certezze.

La prova del degrado socio-politico-culturale-scientifico in cui versa la società in cui viviamo, una nuova barbarie dove esiste un pensiero unico e un’unica “verità”, dove il rimedio è peggiore del male stesso e questo non fa che accrescere la sfiducia per una scienza che avendo assimilato tutti i mali della politica è sempre più spesso al servizio di interessi personali di lobby e di multinazionali della salute. Un “sistema” acefalo che usa la scienza al solo scopo di illudere e stupidire gli individui. E usando una celebre frase di Voltaire: «Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli stupidi sono sicuri di ciò che dicono».

E quindi i “social” ripropongono questo modello e vengono utilizzati non per promuovere una maggiore conoscenza ma bensì per dare libero sfogo alle frustrazioni e al proprio narcisismo e questo, come ovvio, accende delle vere e proprie guerre all’ultimo insulto. Spesso la polemica è considerata un arte, e ci sono individui che tronfi delle loro certezze ancor prima di aver capito “elle” in merito alla bontà degli argomenti, pensano che ascoltare sia superfluo e solo una perdita di tempo anche se poi, pur non avendo capito una mazza, passano giorni e settimane a rimarcare, precisare o peggio a rispondere alle invettive con toni altrettanto offensivi.

E così facendo finiamo per costruire muri e perdere l’istinto innato a lottare per le giuste cause. E che il potere sia in grado di manipolare la scienza e le coscienze è un dato di fatto visto che nel caso della DCCM è proprio grazie al silenzio di alcuni “soloni” della scienza che il Ministero della Salute, continua a pubblicare documenti (line guida e raccomandazioni) privi di dati e dei necessari requisiti scientifici e pur avendo ammesso che esiste un problema relativo alla cura, al contrario propone solo altre false certezze, tesi stravaganti e pseudo-verità costruite ad arte al solo scopo di giustificare e fornire appigli alla politica.

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